Il florario di

Madre Valeria Succi

Madre Valeria di San Sebastiano, al secolo AugustaCostanza Succi (Cesenatico, 18- XII-1 849 +2-V-1 922), tra le sue preclare virtù ebbe anche quella del fine gusto estetico che coltivò, immagino, nei rari intervalli dei propri impegni caritativi e istituzionali, essendo la fondatrice della Congregazione delle Suore Oblate di 5. Antonio. Questa sua attenzione per l’arte scaturì, certamente, dalla vasta e poliedrica cultura che aveva acquisito in tante parti d’Europa. Tuttavia il suo cimentarsi con i pennelli non fu finalizzato all’esporre ed all’esporsi, ma suppongo che abbia voluto anche assecondare il carisma francescano che totalmente l’aveva conquistata, avendo per guida e compagna Madonna Povertà. E così, dipingendo con la tecnica dell’acquerello tante varietà di fiori, innalzava al Signore il Cantico delle Creature, avendo raggiunto l’intimo silenzio, stato di essere che consente di dialogare con le cose, pietre, fiori e animali, che diventano fratelli e comunicano ciò che è nascosto, facendo cogliere l’arcobaleno invisibilmente celato da quello visibile. Stupisce e meraviglia quel poco che resta dalla produzione pittorica di Madre Valeria, una raccolta monotematica che raffigura fiori come le rose, i garofani, il tulipano, le violette etc., soggetti che denotano una rara perizia calligrafica capace di coniugare la fedeltà al reale con la trasfigurazione della stessa mercé il possesso di sentimenti ispirati e di non trascurabile spessore creativo.
Il virtuosismo pittorico di Madre Valeria denota una rara capacità di osservazione, ma l’assenza di imperfezioni e di sbavature qui non nuoce, anzi, sicché le composizioni floreali appaiono come dotate di nuova luce, di nuova vita, e ciò grazie alle delicate tonalità e al sapiente giunco delle cromie, appariscenti o esagerate, ma sempre misurate, castigate suadenti.

Ogni fiore, ogni composizione la struttura e con i colori un discorso allusivo e simbolico che ognuno potrà prendere se si disporrà con sereno e scevro di schemi culturali, essendo idoneo per
la contemplazione e attrezzato per intraprendere un viaggio nelle aree dell’interiorità. Chiunque sia spiritualmente pronto comprenderà che i simboli offerti da Madre VaIeria non sono soltanto immagini, ma incorporano in séla realtà simboleggiata, diventando dunque fonti di energia
spirituale che consentirà di contemplare la bellezza nel cosmo, nonché l’impermanenza del manifestato.

Il “florario” di Madre Valeria, ossia la raccolta degli acquerelli giunti sino a noi, in un’epoca in cui la fotografia era ancora agli albori,  sicché i botanici illustravano i propri trattati con nitide riproduzioni grafiche, quasi sempre in bianco-nero. Ebbene, se da una parte le composizioni floreali dalla Fondatrice delle Suore Oblate di S. Antonio si esemplano per tanti aspetti allo stile delle raffigurazioni suddette, da queste si diversificano per il rigoroso riporto cromatico, senza però avere la finalità della divulgazione.
Commuove, quindi, questa superstite raccolta pittorica di Madre Valeria che, come si suol dire, andava «dentro» e «dietro» le forme dei «suoi» fiori, offrendoci così tante allusioni della simbologia cristiana. Nel concludere queste mie osservazioni oso immaginare Madre Valeria di S. Sebastiano sorridere umilmente e sussurrare che ogni opera umana non deve essere compiuta per la nostra vanità, ma solo a onore e gloria dell’Altissimo.


MARIO DE MARCO